Fin
dalle epoche più antiche l’amicizia è considerata uno dei beni più preziosi
per l’uomo. Per questo l’amicizia, in greco è
al centro dell’attenzione di molti autori.
Il tema dell’amicizia
intesa come fonte di sincerità, affetto e lealtà è ampiamente trattato in
epoca classica, nella società greca, all’interno della quale collochiamo il
filosofo Platone, che in uno dei suoi dialoghi, il Simposio, celebra
l’amicizia come bene più prezioso che può però sussistere solo tra gli
uomini buoni, e il modo migliore per procurarsi buoni amici è la pratica delle
virtù (giustizia, sapienza, coraggio, temperanza).
Questi
non sono gli unici valori su cui si basa la all’interno della ,
l’amicizia infatti nel mondo greco ha una connotazione in parte diversa dalla
nostra, poiché i rapporti che ritroviamo sono anche spesso rapporti amorosi
(l’omossessualità infatti nella cultura greca era una consuetudine).
Sempre
nella cultura greca ricordiamo la vicenda di Achille e Patroclo narrata
nell’Iliade; il rapporto che lega i due eroi è basato in primo luogo su virtù
come il coraggio, la giustizia, la lealtà, valori che essi condividono, nonché
sulle esperienza vissute insieme. Ma il loro non è solo una solidarietà
nell’ambito militare, è anche un affetto più profondo e sincero, che spingerà
Achille a dare sfogo a tutta la sua ira nel momento in cui si ritrova faccia a
faccia, nel duello finale, con Ettore, l’uccisore di Patroclo. Riconoscendo
l’elmo dell’amico sul capo del guerriero troiano morente, Achille afferma
“Oh Ettore, allora quando spogliavi Patroclo delle sue armi credevi che
saresti rimasto impunito…” e poi infierisce sul suo cadavere, per placare la
propria sete di vendetta.
L’ira di Achille si
manifesta furibonda, ancora più implacabile rispetto al celeberrimo episodio
che costituisce l’antefatto del poema.
Così come il tema
dell’amicizia è affiancato alle armi nell’Iliade, lo sarà anche nell’Eneide, dove incontriamo i giovani amici Eurialo e Niso, alleati di Enea, che
troveranno morte comune per mano del terribile Turno.
Spostandoci
nella latinità, l’amicizia assume una connotazione leggermente diversa:
innanzitutto viene a mancare quell’impronta erotico/amorosa che
caratterizza la
greca,
inoltre viene sottolineata l’importanza dell’amicizia come rapporto
politico.
Cicerone
nel suo trattato “de amicitia”, dedicato all’amico Attico, elogia
l’amicizia come bene più prezioso dopo la sapienza, alla quale peraltro
sempre si accompagna.
Anche in epoca medievale
l’amicizia è considerata come una sorta di alleanza politica, si pensi alla
Firenze di Dante e ai due schieramenti politici contrapposti dei bianchi/neri
che precludono ogni rapporto.
Ma
non è sempre detto che i rapporti di amicizia si sviluppino tra “simili”,
essi possono anche nascere dall’incontro di esperienze diversissime, come
avviene nel romanzo di Fred Uhlman “L’amico ritrovato”, ambientato ai
tempi della seconda guerra mondiale. Esso narra l’amicizia tra Hans, un
ragazzo ebreo, e Konradin, un giovane aristocratico
appartenente ai Von Honfels, un’illustre famiglia tedesca che
appoggiava la politica nazista di Hitler. Tra i due nonostante le differenze
sociali e ideologiche nasce un rapporto d’amicizia fraterno, per il quale sono
disposti a dar la propria vita l’uno per l’altro.
Le
vicende sulla guerra sembrano dividere per sempre i due amici, che però alla
fine del racconto si “ritroveranno” almeno idealmente: infatti Hans che è
diventato un brillante avvocato negli USA, scoprirà casualmente che Konradin,
è morto durante la guerra.
Testo
di: Carlotta Maccaferri; Delia Vincenzi; Guglielmo Cesari; Angelo De Santis