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Una legge regionale per l'inclusione lavorativa

Una legge per sostenere le persone in difficoltà ed aiutarle ad inserirsi nel mondo del lavoro, mettendo in rete i servizi sociali dei Comuni, quelli sanitari delle Asl e quelli per l'impiego. L'Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna ha approvato la legge per l'inclusione sociale, rivolta alle persone che vivono le problematiche derivanti dall'essere disoccupati o inoccupati e contemporaneamente sono in difficoltà di natura sociale o sanitaria: un bacino stimato in circa 200mila persone nel territorio regionale.

"Il lavoro è il più potente strumento di inclusione sociale - spiega l'assessore regionale al Lavoro Patrizio Bianchi - Per una società regionale inclusiva occorre evitare in via prioritaria che fenomeni temporanei nella vita delle persone evolvano in rischi di marginalità sociale. Con questo provvedimento abbiamo pensato a chi è senza lavoro anche per problematiche dovute alla dimensione sociale o a quella sanitaria, una priorità che dobbiamo assumere dopo 7 anni di crisi economica. Un esempio importante di cosa intendiamo per politiche di nuova generazione fondate sull'integrazione non solo delle risorse e degli interventi ma anche dei diversi servizi che operano sul territorio".

La norma prevede il costituirsi di équipe multiprofessionali - di cui fanno parte operatori dei Centri per l'Impiego, dei Servizi sociali del Comune e del servizio sanitario dell'Ausl - che sulla base di una valutazione del "profilo di fragilità" delle persone, progettano interventi personalizzati, unitari e condivisi finalizzati all'inserimento lavorativo. L'efficacia dell'integrazione dei servizi si fonda sull'assunzione di nuove responsabilità e sullo sviluppo di nuove competenze gestionali e professionali dei responsabili e degli operatori dei servizi pubblici integrati, per sviluppare le quali la Regione promuoverà interventi periodici di formazione e sviluppo.

L'inserimento lavorativo può avvenire utilizzando le diverse modalità e tipologie contrattuali esistenti. A fianco del contratto di lavoro subordinato indeterminato, che costituisce l'obiettivo principale, potranno essere impiegate forme di flessibilità e modalità di telelavoro ritenute idonee alle caratteristiche ed ai bisogni delle persone.

La Regione inoltre promuoverà la stipula di contratti collettivi che prevedano forme di flessibilità funzionali alle caratteristiche e alle potenzialità degli utenti.

L'obiettivo dell'inserimento al lavoro e dell'inclusione sociale potranno essere raggiunti anche utilizzando le agenzie per il lavoro con le quali la Regione può stipulare apposite convenzioni.

Strumento di incontro con il lavoro saranno anche i tirocini, di cui questa legge introduce una nuova tipologia. Si tratta del tirocinio di orientamento, formazione e inserimento o reinserimento, finalizzato al rafforzamento dell'autonomia delle persone, alla loro riabilitazione e inclusione, con una durata più ampia (fino a 24 mesi, rinnovabili) e un'indennità a carico del servizio che ha in carico la persona inserita.

In coerenza con quanto condiviso con il Patto per il Lavoro, siglato con le parti sociali il 20 luglio, viene incentivato il coinvolgimento del mondo imprenditoriale, promuovendo la responsabilità sociale delle imprese e prevedendo il rimborso delle spese sostenute dalle aziende per il personale dedicato e per acquisti o adeguamenti strumentali, utili a favorire l'inserimento lavorativo.

Una funzione rilevante di integrazione sociale e lavorativa è attribuita alle cooperative sociali, attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi e attraverso lo svolgimento di attività finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

L'inclusione sociale e l'inserimento lavorativo può realizzarsi inoltre attraverso l'esercizio di un'attività autonoma e imprenditoriale, che verrà sostenuta con la concessione di microcrediti e con incubatori di impresa dedicati.

 

Ultimo aggiornamento: mercoledì 29 luglio 2015