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Un patto per dimezzare la disoccupazione

Dimezzare la disoccupazione entro la fine della legislatura: è l'obiettivo al centro del Patto per il lavoro, sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna con le istituzioni locali, le università, le associazioni datoriali e sindacali, il forum del terzo settore. Istituzioni e forze della società si assumono l'impegno a collaborare per realizzare le linee strategiche, le azioni e gli strumenti capaci di generare sviluppo e una nuova coesione sociale. Per raggiungere questo traguardo, la Regione mette a disposizione 15 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, per favorire la creazione di 120 mila posti di lavoro e riportare la disoccupazione al 4,5%. Già nel primo trimestre del 2015 si sono avuti segnali incoraggianti, con la discesa del tasso di disoccupazione all'8,9% (dal 9,6% del primo trimestre 2014).

Il Patto, firmato il 20 luglio, parte dall'analisi del contesto economico e ricorda che siamo di fronte ad una nuova rivoluzione industriale e di mercato, in cui la globalizzazione ha generato una complessa riorganizzazione dei cicli produttivi e un crescente bisogno di competenze. Si è marcata una netta divaricazione tra le imprese ed i territori in grado di inserirsi con capacità di innovazione nel contesto globale e la vasta area del Paese che invece è rimasta ai margini.

Secondo il documento, la crescita della nostra società e la sua capacità di generare buona occupazione si fondano sulla diffusione delle conoscenze e delle competenze e, quindi, su un'ampia capacità di innovazione nella produzione e nei servizi alle imprese, alla persona ed alla comunità, oltre che con la piena affermazione della legalità in ogni ambito e in particolare in ogni relazione di lavoro.

Il documento individua gli ambiti di sviluppo e propone i relativi interventi prioritari: la creazione di un'Agenzia regionale per il lavoro e il rafforzamento del sistema educazione - formazione - lavoro, definito ER dual Education; nuovo welfare e nuovi lavori sociali; internazionalizzazione, qualità e rafforzamento competitivo del sistema produttivo; qualità del territorio e investimenti in particolare attraverso un piano per la sicurezza e la manutenzione del territorio - a partire da un nuovo piano regionale per "una regione senza amianto" - un piano per la casa, un piano per la mobilità e un piano per l'edilizia scolastica; il contrasto a ogni tentativo di infiltrazione nell'economia legale da parte della criminalità organizzata e di violazione di diritti fondamentali nel lavoro; la semplificazione normativa e l'efficientamento organizzativo degli enti pubblici.

Per queste iniziative, la Regione nel prossimo quinquennio (2015-2020) mette in campo oltre 15 miliardi di euro, di cui circa 3,2 miliardi per le politiche dedicate direttamente al lavoro, allo sviluppo delle imprese e alla qualità e sostenibilità del territorio, in buona parte provenienti dai Fondi Strutturali europei; altri 5 miliardi sono per la ricostruzione dell'area del sisma e circa 7 miliardi per la mobilità sostenibile, le infrastrutture viarie e di comunicazione.

I primi interventi attuativi, avviati già da luglio, sono un Piano integrato FESR e FSE per le alte competenze per la ricerca e il trasferimento tecnologico e un Piano straordinario per affrontare l'emergenza occupazionale di disoccupati, cassaintegrati e persone in mobilità del settore dell'edilizia, con una dotazione di 3,6 milioni del Fondo nazionale per le politiche attive.

Contribuiranno a questi obiettivi anche l'approvazione della legge su inclusione e lavoro, che prevede integrazione di risorse (del FSE, del Fondo sociale regionale e della Sanità) e dei servizi del territorio, e la Consulta per la legalità con tutte le parti sociali, che si occuperà dei lavori preliminari per un Testo Unico su appalti e legalità.

Altre informazioni sul sito ER Formazione e lavoro

 

Ultimo aggiornamento: martedì 21 luglio 2015