L’argomento del poema

L’Odissea – poema in esametri diviso in 24 libri- narra le dissimili e avventurose circostanze del ritorno in patria di Odisseo (o Ulisse, secondo la trascrizione latina) dopo la guerra di Troia.

Tutti gli altri achei hanno ormai raggiunto la loro terra d’origine, mentre Odisseo, a distanza di dieci anni dalla fine della guerra, ancora non è potuto tornare alla sua reggia di Itaca. E’ infatti perseguitato dall’ira del dio del mare, Poseidone, che ostacola in ogni modo il suo desiderio di ricongiungersi con la sposa  Penelope e il figlio Telemaco. Questa è la situazione presentata all’inizio del poema, quando gli dei decidono di intervenire. Atena – la divinità che per tutta

l’Odissea protegge l’eroe – viene dunque inviata da Zeus Itaca, per consigliare a Telemaco di agire.

Il giovane dovrà recarsi nel Peloponneso: a Pilo, sede di Nestore, e a Sparta, dove regna Menelao. Là egli potrà parlare con due autorevoli compagni d’armi del padre, due condottieri che sono stati accanto a lui durante l’impresa di Troia: ne ricaverà alcune informazioni, ma, soprattutto, ne trarrà al consapevolezza della propria identità e del proprio ruolo. Telemaco dovrà infatti affrontare i nemici che lo vogliono escludere dal potere regale a Itaca. Sono questi i Proci, aristocratici tacesi che si sono insediati nella reggia approfittando dell’assenza di Odisseo: essi sollecitano Penelope a sposare uno di loro, che possa così occupare il trono vacante. Ma Penelope rinvia continuamente la scelta,adducendo pretesti(il noto espediente della tela che la regina dice di voler ultimare prima delle presunte nozze,ma che di notte disfa per prendere tempo). I primi quattro libri dell’Odissea raccontano questi fatti e costituiscono la cosiddetta Telemachia: il protagonista, infatti, è Telemaco.

A partire dal libro V l’attenzione si concentra invece su Odisse. L’eroe si trova ormai da otto anni (dieci ne sono trascorsi dalla caduta di Troia) a Ogigia, l’isola su cui vive la ninfa Calipso. Innamorata di Odisseo, Calipso vorrebbe trattenerlo per sempre accanto a sé, ma deve cedere alla volontà degli dei che,tramite Ermete loro messaggero, le impongono di lasciarlo partire. Su una zattera da lui costruita, Odisseo prende il mare; l’ira di Poseidone, però,ancora una volta lo colpisce, distruggendone l’imbarcazione e precipitandolo fra le onde. L’eroe riesce però a raggiungere l’isola Sheria,dove vivono i Feaci sotto il regno di Alcinoo viene accolto ospitalmente e narra le peripezie che ha dovuto affrontare nel corso del viaggio di ritorno da Troia:nei libri dal IX al XII sono contenuti gli episodi più famosi dell’Odissea, dall’accecamento del Ciclope Poliremo al soggiorno presso la maga Circe, alle insidie delle sirene e di Scilla e Cariddi.

Dal libro XIII,e fino al termine del poema,la scena si sposta a Itaca.

Odisseo vi è trasportato dai Feaci,che lo depongono addormentato sulla spiaggia. Da qui prende l’avvio l’iniziativa dell’eroe per riconquistare il proprio ruolo.

Odisseo agisce in incognito,sotto le false vesti di un mendicante. Egli rivela la propria identità soltanto a Telemaco, che nel frattempo è tornato dal suo viaggio nel Peloponneso, e, in un secondo tempo, a due servi fedeli, Eumeo e Filenzio.

Anche la nutrice Euriclea lo riconosce, ma Odisseo le impone di non tradirlo finché egli non abbia avuto ragione dei Proci. Penelope infatti, non sapendo più come resistere alle insistenze dei pretendenti, ha indetto una gara dell’arco: chi riuscirà a far passare la freccia attraverso degli anelli di dodici scuri allineati potrà sposarla. Proprio nel corso di questa gara, nella quale egli ci si cimentava vittoriosamente dopo che i Proci hanno fallito, Odisseo uccide i suoi rivali. Riconosciuto infine anche da Penelope e dal padre Laerte, l’eroe doma le ultime resistenze dei nobili tacesi e torna a imporre la propria autorità sulla sua isola.

(Federica Conforti IV A)