COSCIENZA SUPERIORE

 

Flaubert tenta di calarsi completamente in Emma per meglio disegnare il punto di vista di questo personaggio; tuttavia l’influenza del pensiero dell’autore non viene eliminata del tutto: si crea così una duplicità nel romanzo, infatti egli riesce abilmente a dare due versioni della visione del mondo.

In Emma c’è un aspetto di Flaubert stesso che viene spinto fino quasi a farne una caricatura, un’immagine stravolta; viene infatti enfatizzata la velleità e il sogno romantico arriva ai suoi limiti più estremi; il personaggio di Emma risulta così patetico e svenevole.

Flaubert riesce a fare tutto questo perché in lui stesso è maturata una consapevolezza coerente rispetto alla realtà, mentre in Emma è cresciuto un pensiero distorto che appartiene ad un individuo che non è in grado di vivere la sua condizione sociale.

Ecco che Flaubert, prendendo le distanze dal suo personaggio, gli rivolge una critica implicita attraverso il discorso indiretto libero.

Quindi nella "Noia" Flaubert denuncia un aspetto di Emma che egli riuscì a risolvere nella sua vita: un nutrire le stesse lusinghe di Emma e rinunciare a un rapporto diretto con la realtà che ne dimostri la fondatezza. Infatti Emma rifiuta di mettersi alla prova e di considerare le sue reali capacità rifugiandosi in un’illusione e pensando che le proprie qualità non siano comprese dalla società in cui vive.

Flaubert ironizza sull’eccessivo fatalismo di Emma che ben si adatterebbe alla tragedia greca: "Ma a lei nulla accadeva. Dio l’aveva voluto!" ed ancora "perché suonare, chi l’avrebbe ascoltata?" "A che scopo? A che scopo?".

Flaubert utilizza anche altre tecniche per esprimere un critica sottile ed indiretta, ad esempio:

il gruppo dei quindici uomini che si distinguono dagli invitati per il loro modo di essere, vengono descritti tramite l’accostamento di aggettivi ed espressioni opposti tra loro. Questa sequela di antitesi come per esempio invecchiare\aspetto giovanile, maturo\visi dei giovani, modi dolci\durezza, sottolinea con grande efficacia la bivalenza di questi esseri umani, la differenza fra essere e apparire e ci fa pensare perciò alla festa della quale si parla come ad un grande teatro di abili attori. Un’altra connotazione è identificabile nella sequenza che descrive il valzer di Emma con il visconte. Anche in questa occasione vengono utilizzate le figure retoriche che oppongono tra di loro termini come abbassare/alzare gli occhi, ballare lentamente/poi sempre più in fretta, trascinare/ricondurre (antitesi); che elencano termini del medesimo significato, come passare/avvolgere/incrociare (climax); o che ripetono il medesimo vocabolo, come "giravamo e tutto girava" (anafora). Questi accorgimenti ci illustrano il gioco dei nobili, applicato sui ceti inferiori, che prosegue grazie alla coscienza dei loro desideri che fingono di assecondare ma che in realtà sfruttano solo per compiacere la propria vanità.

(Flavio Bonetti, Giulia Coliva, Arianna Farina, Valentina Kazantzis, Roberto Lullo, Milla Martelli, Irene Melegari, 2^aI)

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