Case Zanardi, il progetto per l'inclusione sociale e lavorativa

Era il 1914 e il primo sindaco socialista di Bologna apriva i "negozi Zanardi" per la distribuzione di generi di prima necessità alla popolazione. Nel 1919 i negozi erano già 21 e consentirono alla città di superare la guerra senza patire la fame.

Nell’affrontare le nuove forme di povertà prodotte dalla crisi attuale, la città recupera la sua capacità di risposta solidale e di innovazione nelle politiche sociali con le Case Zanardi, spazi che saranno aperti in diversi quartieri della città, dove sarà possibile accedere ad empori della solidarietà, cantieri di utilità comune, laboratori di riuso e riciclo, orti e vivai urbani, informazione, formazione, orientamento, tirocini e inserimenti lavorativi.

Una rete di servizi e aiuti rivolti a chi rischia di scivolare nella povertà, che saranno coprogettati e realizzati dalla rete sociale delle 102 associazioni ed enti che hanno aderito al bando del Comune e dell’Istituzione per l’Inclusione sociale don Paolo Serra Zanetti per il progetto Case Zanardi, finanziato dal fondo anticrisi già sul bilancio 2013. “Usciamo così - sottolinea l’assessore ai Servizi sociali, Amelia Frascaroli - dalla logica di spartizione dei microprogetti, e facciamo della rete progettuale il punto di partenza di una modalità diversa di uso collettivo delle risorse pubbliche”.

Il progetto case Zanardi, assieme alle altre iniziative del Fondo Anticrisi del Comune  ed ai progetti innovativi avviati dal ‘Terzo settore’, sarà presentato nel corso dell’incontro che si svolgerà al Teatro Antoniano il 17 ottobre, in occasione della “Giornata mondiale ONU di contrasto alle povertà e all’esclusione sociale”.

(Foto con licenza Creative Commons. Fonte Flickr)

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