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2014, segnali di ripresa a Bologna

6.500 occupati in più, 5.000 disoccupati in meno: nel 2014 il mercato del lavoro bolognese ha mostrato qualche segno di ripresa, migliorando la sua posizione nel contesto nazionale dopo due anni decisamente negativi.

E' questa la sintesi dello studio redatto come tutti gli anni dal Settore Statistica del Comune di Bologna e basato sulle rilevazioni campionarie delle forze lavoro dell'Istat, che nel 2014 ha intervistato circa 2.500 famiglie della nostra provincia.

Il numero complessivo degli occupati, che include anche quelli in cassa integrazione o con orari molto ridotti, supera le 444mila unità, per un tasso di occupazione che risale dal 68% al 69,3%, con un incremento dell'1,3%. A differenza degli anni precedenti, è la componente maschile a recuperare terreno (+8.159 unità pari al +3,5%), compensando la diminuzione delle donne lavoratrici (-1.705 unità pari a - 0,8%). E' in leggerissima ripresa sia il dato a livello regionale (66,3%) che quello nazionale (55,7%); per quest'ultimo a fronte di una stabilità dell'indicatore per gli uomini sale il tasso femminile (46,8%). Le differenze territoriali non accennano a diminuire, e quasi tutto il Meridione è sotto il 50%.
L'Emilia-Romagna rimane stabile al secondo posto nella graduatoria regionale del tasso di occupazione, dietro al Trentino Alto Adige; sei province su nove della regione si collocano sopra il 65%. Bologna conserva la prima posizione assoluta e conquista il primato nella graduatoria maschile, anche se scende al secondo posto in quella del tasso di occupazione femminile a favore di Firenze.

Anche per il tasso di attività la nostra provincia risulta la seconda in Italia (74,7%, in leggera crescita), molto al di sopra della media nazionale (63,5%).

L'occupazione a Bologna nel 2014 si caratterizza per la presenza di 75 subordinati e 25 autonomi ogni 100 lavoratori.
In relazione alla struttura economica, il settore dei servizi dà lavoro a 313.000 persone, pari al 70,5% dell'occupazione provinciale, anche se appare in lieve flessione.
Nell'industria lavora il 27,9% degli occupati (124.000 persone, oltre 10mila in più rispetto al 2013) e la quota di lavoratori subordinati è pari all'82%. L'industria in senso stretto (che esclude il settore delle costruzioni) copre il 23,3% degli occupati.
L'agricoltura riveste da un punto di vista occupazionale un ruolo ormai residuale, con un ulteriore calo nel 2014 che la porta ad appena l'1,6% dei lavoratori, di cui il 73% autonomi e il 27% dipendenti.

Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, l'area metropolitana bolognese mostra un sensibile decremento dopo aver toccato nel 2013 il picco dell'8,2%: è infatti sceso al 7%, anche se con una forbice allargata a livello di genere (5,9% per i maschi, cioè due punti in meno, e 8,4% per le donne, scese di appena due decimi). Bologna passa dal quarto al secondo posto tra le principali province italiane, a una certa distanza dalla capolista Verona (4,9%). Il dato regionale è sostanzialmente stabile (8,2%) mentre quello nazionale continua a crescere (12,7% con un ulteriore +0,6% nell'ultimo anno) e ben 17 province, tutte al Sud o nelle isole, superano il 20%.

Anche la disoccupazione giovanile a Bologna mostra dopo molti anni una tendenza alla diminuzione: tra i minori di 24 anni i senza lavoro scendono di sei punti e nella fascia 25-34 dello 0,9%, più o meno in linea con le altre fasce di età.

Insomma, è presto per parlare di inversione di tendenza, ma qualcosa nel mercato del lavoro è cambiato almeno a livello locale.

Il mercato del lavoro a Bologna nel 2014 (nota del Comune di Bologna)

 

Ultimo aggiornamento: martedì 31 marzo 2015