2015, piccoli segnali di ripresa

Le imprese vedono una svolta sul fronte occupazionale: tra gennaio e marzo 2015, il sistema produttivo intende assumere 209.700 persone; 201.300 sono, invece, le uscite previste. La differenza - 8.400 occupati - rappresenta i posti di lavoro aggiuntivi che verranno creati nei primi tre mesi dell'anno. Se ancora non si può parlare di ripresa vera e propria, questo dato e, in particolare, alcune specifiche dinamiche messe in evidenza dal monitoraggio trimestrale effettuato da Unioncamere e Ministero del Lavoro nell'ambito del Sistema informativo Excelsior, lasciano intendere che per le imprese la ripresa dell'occupazione potrebbe essere iniziata.

Excelsior rileva anche un recupero delle entrate in valore assoluto, previste in aumento del 13,4% rispetto al primo trimestre 2014, e del 21% rispetto a quello ottobre-dicembre. Importante è la risalita delle assunzioni con contratto a tempo indeterminato (45.600 quelle preventivate entro marzo 2015 a fronte delle 39mila dello scorso anno). Anche se la parte del leone la fanno ancora i contratti a termine (71.900, cioè 2mila in più), si registrano incrementi per tutte le forme contrattuali: contratti di apprendistato (12.100 con +2.600), di somministrazione (32.800, con +5.700), atipici (44.200, con +7.700).
Rispetto allo scorso anno, inoltre, i saldi positivi si fanno più robusti in diversi comparti manifatturieri, soprattutto nella meccanica (5.300 i lavoratori in più da assumere) e nel comparto chimico-farmaceutico (+3.200) e, nei servizi, in quelli a maggior tasso di innovazione (servizi avanzati di supporto alle imprese +6.500 e Informatica e tlc +3.500).

In un contesto, quindi, in miglioramento, risaltano però due criticità: resta negativo il saldo atteso delle imprese minori (3.540 i posti di lavoro che andranno persi nei primi mesi del 2015), mentre riprende slancio la capacità di creare occupazione delle imprese di taglia superiore; è ancora in rosso il bilancio tra entrate e uscite di personale del Mezzogiorno (-3.390 il saldo), mentre nel resto del Paese, e soprattutto nel Nord-Ovest, il mercato del lavoro mostra segni di ripresa. Apripista è la Lombardia - e Milano in modo particolare - con un saldo attivo previsto di 9.300 posti di lavoro, ma anche per l'Emilia Romagna è atteso un segno positivo di circa 2mila unità, di cui 800 in provincia di Bologna.

Per quanto riguarda il territorio bolognese, i contratti attivati nel primo trimestre dell'anno saranno 4.860, con un incremento inferiore a quello nazionale: +15% sul trimestre precedente, +2% sullo stesso trimestre dello scorso anno. L'incremento è dovuto soprattutto ai contratti di somministrazione, mentre per il lavoro dipendente si registra una lieve flessione (-2%) e soprattutto un saldo tra entrate e uscite negativo (-350 unità).

In termini assoluti, i nuovi dipendenti saranno 3.310, di cui la metà a tempo determinato, 970 gli interinali, 330 i contratti a progetto e 250 le collaborazioni tra partite Iva e prestazioni occasionali. Interessanti sono le motivazioni dichiarate dai datori di lavoro che optano per il contratto a termine: nel 37,7% dei casi le aziende li utilizzano come "periodo di prova", per testare il neo assunto in vista di una possibile assunzione stabile, mentre il 27,4% vi ricorre per far fronte ai picchi di attività, il 9% per attività stagionali e l'8% per sostituire personale assente.

La maggior richiesta di manodopera a Bologna viene dal settore dei servizi con 3.150 assunzioni previste contro le 1.710 dell'industria, di cui 530 tra metalmeccanica ed elettronica e solo 80 nel settore delle costruzioni. Nel terziario si cercano soprattutto addetti alle attività commerciali, turistiche e di ristorazione, mentre nell'industria è caccia a personale con profili dirigenziali o professionalità di alto livello (in totale oltre mille, ben un terzo del totale).
E' il diploma il titolo di studio richiesto (45,1%), mentre le assunzioni di laureati saranno il 21,9%. Al 21,2% dei candidati non è richiesta alcuna formazione specifica.
A ottenere un contratto a tempo indeterminato saranno per lo più ingegneri e specialisti in discipline scientifiche e della vita (62%), specialisti e tecnici amministrativi, finanziari e bancari (50,8%), specialisti e tecnici del marketing, vendite, distribuzione (57,6%).

Il comunicato di Unioncamere sul monitoraggio nazionale

I report di Excelsior

 

Ultimo aggiornamento: mercoledì 21 gennaio 2015