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Le imprese assumono chi conoscono

Più di 6 imprese su 10 hanno scelto il personale da assumere nel 2013 partendo da una conoscenza diretta del candidato, magari già sperimentato nel corso di uno stage o di un tirocinio, ovvero utilizzando canali del tutto informali, quali il passaparola di conoscenti, fornitori o altri imprenditori. Solo nel 1,8% dei casi le imprese si sono rivolte ai servizi per l’impiego e nel 2,6% alle agenzie per il lavoro private.

E’ quanto emerge dai dati del Sistema informativo Excelsior, di Unioncamere e Ministero del Lavoro, presentati nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sulla gestione dei servizi per il mercato del lavoro e sul ruolo degli operatori pubblici e privati, promossa dalla XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

“L’utilizzo di canali informali per la selezione del personale da parte delle imprese contribuisce certamente a quella asimmetria informativa che penalizza il merito e le capacità, in particolare dei giovani lavoratori" ha evidenziato il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi, ricordando anche "il perdurare del disallineamento tra profili in uscita dal sistema formativo ed esigenze delle imprese”.

Soprattutto le piccole imprese appaiono meno inclini a ricorrere a soggetti o strumenti di intermediazione nella ricerca di nuovo personale, mentre i Centri per l’impiego e le società di somministrazione hanno invece un tasso di utilizzo crescente con la dimensione aziendale, pur senza superare mai il 16% del totale delle imprese (raggiunto nel caso di imprese tra i 250 e i 499 dipendenti).

Molto spesso la conoscenza diretta di un candidato è avvenuta in seguito a stage o tirocini formativi. Nel 2013 le imprese italiane hanno ospitato oltre 310.500 tirocinanti e stagisti, 4 mila in più del 2012 (+1,3%). In leggero rialzo è anche la quota di imprese che ha ospitato tirocinanti e stagisti (dal 13,8 al 13,9%), mentre si è ridotto il numero medio di tirocinanti e stagisti ospitati per impresa (da 1,5 a 1,4). Nel 2013 è aumentata invece di 2 punti percentuali la quota di stagisti e tirocinanti in possesso di un titolo di studio universitario, che nel 2013 raggiunge il 32,3%, il valore più alto dal 2010 in poi. Di questi, il 9,5% (in aumento rispetto al 9,1% registrato nel 2012) sono già stati assunti o lo saranno a breve.

Nel rapporto presentato da Unioncamere ai deputati è presente anche un capitolo sul disallineamento di competenze tra domanda e offerta di lavoro: si tratta delle figure professionali considerate “difficili da reperire” secondo la percezione degli imprenditori.

In base all'ultima indagine condotta da Excelsior sulle previsioni di assunzione delle aziende, nel 2014, a fronte di un lieve incremento delle assunzioni programmate (oltre 613 mila nell'industria e nei servizi), le difficoltà incontrate dalle imprese nel reperire i profili professionali necessari sono nettamente inferiori al passato (un quarto del 2008 e un 30% in meno rispetto a due anni fa), ma rivelano, al contempo, alcune criticità “strutturali” nell’incontro fra domanda e offerta di lavoro.
I lavoratori che le imprese ritengono difficili da reperire nel 2014 sono poco più di 61mila, pari al 10% delle entrate totali previste, e si concentrano maggiormente nei profili più elevati, con titolo di studio universitario. Si tratta in particolare di analisti e progettisti di software, tecnici della vendita e della distribuzione, programmatori. Vi sono inoltre figure di qualifica intermedia, come commessi e camerieri, e alcuni profili operai specializzati, tra i quali spiccano gli attrezzisti di macchine utensili e i meccanici e montatori di macchinari industriali. Secondo le imprese, il fattore più rilevante di difficoltà risiede nel gap di competenze, ascrivibile alla formazione non adeguata, alla mancanza della necessaria esperienza o delle caratteristiche personali adatte allo svolgimento della professione.

Il testo del rapporto alla camera dei Deputati

 

Ultimo aggiornamento: giovedì 16 ottobre 2014