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Immigrati tra lavoro e disoccupazione

Il quarto rapporto annuale "Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia", curato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è occasione per fare il punto sull'evoluzione della domanda e dell'offerta di lavoro per i lavoratori stranieri in Italia.

Nel 2013 i cittadini stranieri occupati sono stati 2.355.923, in aumento di circa 22 mila unità rispetto all'anno precedente, a fronte di una forte riduzione dell'occupazione italiana.

Il tasso di occupazione della componente straniera - nonostante abbia conosciuto una rilevante contrazione in questi ultimi anni - rimane più alto rispetto a quello della popolazione italiana (58,1% vs. 55,3%) a differenza di quanto accade in altri paesi (ad esempio in Germania: 60,7% vs. 74,8%)

Dal 2007 al 2013, l'occupazione degli stranieri è aumentata di 853 mila unità e nello stesso periodo l'incidenza degli stranieri nel mercato del lavoro italiano è cresciuta, raggiungendo nel 2013 il 10,5% del totale degli occupati, con punte del 19,7% nelle costruzioni e del 13,6% in agricoltura.

L'aumento è rilevante soprattutto nelle aree di lavoro esecutivo e manuale e nelle classi di età più giovani; un caso a sé rimane il settore dei servizi di cura, in cui l'80% del totale della forza lavoro è costituita da immigrati. Si tratta quindi di un'occupazione tendenzialmente schiacciata su qualifiche di basso livello; inoltre, a parità di livello di istruzione "alto" (laurea e post lauream), la quota di lavoratori stranieri impiegati con mansioni di basso livello è pari al 22,6% del totale, a fronte dello 0,4% degli italiani. La loro presenza nel lavoro autonomo è numericamente rilevante, con 123mila artigiani (6,6%) e 175mila commercianti (8,6%), mentre l'insieme delle imprese individuali straniere supera le 300.000 ovvero il 9% del totale.

La crisi ha colpito anche le comunità straniere, in particolare le componenti maschile ed extracomunitaria. Nel 2013 si contano 500mila disoccupati (147.376 UE e 345.564 Extra UE), oltre 110 mila in più dell'anno precedente. Il relativo tasso di disoccupazione ha raggiunto quota 17,3% (15,8% per gli UE e 18% per gli extra UE) superando quello degli italiani di circa 6 punti. Al dato sulla disoccupazione si somma la crescita della popolazione inattiva che ha raggiunto quota 1.275.343 (+77 mila unità tra il 2012 ed il 2013), crescita che appare in larga parte dovuta al fenomeno dei ricongiungimenti familiari, all'aumento del numero di stranieri di "seconda generazione" ed alle quote di ingresso non programmate come i richiedenti protezione internazionale.

Sempre nel 2013, il numero di giovani stranieri tra i 15 e i 29 anni privo di occupazione e al di fuori dei sistemi formativi è pari 385.179, il 15,8% del totale dei NEET con una netta predominanza femminile (66%) a differenza di quanto si rileva per la componente italiana (49%).

Significativa è anche la quota di lavoratori che hanno beneficiato di ammortizzatori sociali: nel 2013, 69.460 extracomunitari hanno utilizzato la cassa integrazione (l'11,2% del totale), 17.618 l'indennità di mobilità e 212.806 le indennità di disoccupazione (13,2% del totale). Decisamente meno significativa la partecipazione dei lavoratori stranieri alle politiche attive. Quasi 300mila stranieri hanno avuto almeno un contatto con i servizi pubblici per l'impiego, ma ben 285 mila disoccupati stranieri non lo hanno mai fatto.

Il testo completo del rapporto

La sintesi

 

Ultimo aggiornamento: venerdì 19 settembre 2014