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Nel 2014 più operai e ingegneri, meno impiegati

Come tutti gli anni, il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro ha diffuso le previsioni occupazionali su base annua, ricavate da interviste a 97.000 imprese dell'industria, dei servizi e, per la prima volta, anche dell'agricoltura, realizzate da gennaio a maggio 2014.

Il dato riflette naturalmente il perdurare della crisi, e quindi conferma il trend negativo per l'occupazione, ma mostra anche segnali di tenuta e di reazione di una parte del sistema produttivo. Le aziende propense ad acquisire nuovo personale crescono, sia pure di poco, sfiorando il 14% del totale.

I contratti che il settore privato intende attivare nel 2014 sono 1.389.000, così suddivisi: 1.208.000 lavori subordinati, di cui 396.000 non stagionali e oltre 812mila stagionali (di questi, ben 584mila sono agricoli); 87mila interinali; 59mila collaboratori a progetto; 35mila collaboratori a partita Iva e occasionali. Rispetto al sondaggio del 2013 si registra un incremento di circa 96.000 unità, concentrate soprattutto nel lavoro stagionale (+ 85mila) ma in parte anche nella fascia dei dipendenti non stagionali dell'industria e dei servizi (+ 18mila) mentre calano le forme contrattuali atipiche e autonome (-7mila).

L'incremento delle assunzioni (e il parallelo rallentamento delle uscite, stimate in 1.533.000 unità) non porterà però in attivo il saldo occupazionale dell'anno in corso: sono previsti infatti 144mila i posti di lavoro in meno, quasi la metà, comunque, dei -250mila del 2013.

Al settore agricolo si dovranno poco meno di 600mila entrate, nel 98% dei casi con contratti stagionali, con una media di 95 giornate di lavoro nel corso dell'anno. L'industria (costruzioni comprese) dovrebbe attivare circa 226mila contratti, i servizi 566mila.

Le professioni in maggior crescita relativa saranno quelle intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione: al top troviamo ingegneri energetici e meccanici, tecnici del marketing, analisti e progettisti di software. Tra le figure intermedie, spiccano i commessi (+12mila rispetto allo scorso anno) e camerieri (+7.600). Sempre alta è la richiesta di operai specializzati, in particolare elettricisti, conduttori di impianti e addetti alle macchine confezionatrici. In campo agricolo, aumenta la domanda di addetti alla raccolta di frutta, ortaggi e olive (ovviamente stagionali) e di manutentori del verde e viticoltori (con contratti stabili). All'opposto, l'insieme delle professioni impiegatizie perde circa 3 punti percentuali, e i dirigenti sono addirittura il 20% in meno.

Un elemento di novità è la sempre minore difficoltà di reperimento dei profili professionali, stimata al 10% delle assunzioni (mentre nel 2008 era del 28%). Il mismatch tra domanda e offerta rimane elevato per profili high skill come i tecnici informatici e i tecnici della vendita e del marketing, per alcuni operai specializzati come montatori e riparatori di apparecchi industriali.

Anche il 2014 sarà un anno difficile per i giovani in cerca di occupazione: per le assunzioni di personale under 30 le imprese mettono a disposizione il 27,2% dei posti di lavoro, quota che per il 2013 ammontava invece al 30,4%. In calo anche la previsione di lavoro per i migranti, mentre cresce la quota di professioni per le quali il genere non è ritenuto un fattore di selezione.

In Emilia-Romagna la variazione occupazionale prevista per l'anno in corso è di segno negativo, attorno a -11.000 unità, risultanti dalla differenza tra 77.600 "entrate" e 88.600 "uscite" di lavoratori; nel 2013 il saldo era di -19.300 unità. La riduzione è dovuta sostanzialmente ai contratti di lavoro dipendente (sia "stabili" che a termine), mentre i contratti atipici attivati dovrebbero, nell'insieme, superare quelli in scadenza. A livello settoriale, la perdita di "posti di lavoro" attesa nella regione è più accentuata nei servizi (-6.000 unità) che nell'industria (-5.000, in gran parte nel settore delle costruzioni). Nell'ultimo anno la quota delle assunzioni stabili sulle entrate totali è rimasta pressoché invariata, attorno al 23-22%; è invece aumentata quella delle assunzioni a termine (+5 punti) a fronte di una riduzione dei contratti atipici (-4 punti).
In provincia di Bologna si stima una perdita di 2.540 posti, e una tendenza alle assunzioni leggermente inferiore alla media nazionale; nel territorio regionale le migliori performance si registrano in Romagna, in particolare nella provincia di Rimini.


Il comunicato di Unioncamere

Il rapporto Excelsior

I bollettini regionali e provinciali

 

Ultimo aggiornamento: giovedì 14 agosto 2014