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2013, anno nero per il lavoro

L'occupazione non è calata, ma la disoccupazione è aumentata notevolmente per il secondo anno di fila. E' questa la sintesi un po' paradossale dello studio redatto come tutti gli anni dal Settore Statistica del Comune di Bologna sull'andamento del mercato del lavoro.

Il rapporto si basa sulle rilevazioni campionarie delle forze lavoro dell'Istat, che nel 2013 ha intervistato quasi 2.500 famiglie della nostra provincia.

Il dato locale, peraltro in linea con la tendenza nazionale, mostra per il secondo anno consecutivo un peggioramento degli indicatori del mercato del lavoro.
Il perdurare della crisi economica ha profondamente inciso anche nel nostro territorio.

Come si è detto, nonostante la tendenza negativa, nell'ultimo anno gli occupati in provincia di Bologna sono cresciuti di 1.000 unità, concentrati nei servizi alle imprese e alle persone, aumentati di circa 9.000 unità, mentre hanno perso posti di lavoro commercio, industria e agricoltura.
Tuttavia, a causa dell'aumento della popolazione attiva, il tasso di occupazione è sceso di quasi un punto percentuale portandosi al 67,8%: il calo rispetto al 2008 è di 4,6 punti. In crisi prolungata è soprattutto l'occupazione giovanile: nella fascia fra i 18 e i 29 anni è calata dal 68% del 2008 al 42% del 2013.
La situazione locale si distingue peraltro in modo positivo nel panorama nazionale: Bologna conserva la prima posizione tra le grandi province, confermandosi in testa per il tasso di occupazione femminile, e risalendo dal terzo al secondo posto in quello maschile dietro Verona. L'Emilia Romagna si colloca al di sotto del capoluogo (66,3%), con un calo più marcato (-1,3%) ma rimane seconda tra le regioni italiane dietro al Trentino Alto Adige. Il dato nazionale è certamente più drammatico: quasi mezzo milione di posti in meno e un tasso di occupazione sceso dal 56,8% al 55,6%, con forti diseguaglianze territoriali.

Anche per il tasso di attività totale la nostra provincia risulta la prima d'Italia, (74,3%) e in crescita (+0,5%) rispetto al 2012, così come la nostra regione che però scende leggermente (dal 72,8% al 72,6%), restando comunque molto al di sopra della media nazionale (63,5%).

L'occupazione a Bologna nel 2013 si caratterizza per la presenza di 74 subordinati e 26 autonomi ogni 100 lavoratori. In termini percentuali, i dipendenti sono calati di quasi un punto mentre gli indipendenti hanno recuperato il 3%.
In relazione alla struttura economica, il settore dei servizi dà lavoro a 318.000 persone, pari al 71,8% dell'occupazione provinciale.
Nell'industria lavora il 25,7% degli occupati (114.000 persone, 3.500 in meno rispetto al 2012) e la quota di lavoratori subordinati è pari all'82%. L'industria in senso stretto (che esclude il settore delle costruzioni) copre il 20,8% degli occupati.
L'agricoltura riveste da un punto di vista occupazionale un ruolo ormai residuale, con un ulteriore calo nel 2013 che la porta ad appena il 2,5% dei lavoratori, di cui l'83% autonomi e il 17% dipendenti.

Le note più dolenti riguardano però la disoccupazione, che nel 2013 è ancora salita di un punto e mezzo sia a livello nazionale (12,2%, quindi +1,5%) che regionale (8,5%, cioè +1,4%) e in proporzione ancora di più su scala provinciale dove è passata dal 6,9% all'8,4%, con un'equa ripartizione tra i generi. Tra i giovani al di sotto dei 24 anni i disoccupati sono il 45% anche se va tenuto conto l'alto tasso di frequenza scolastica in questa fascia di età. Nella la classe 18-29 anni il tasso di disoccupazione è pari al 25,2%, un po' meglio del dato nazionale (29,3%) ma impressionante se messo a confronto con il valore del 2008 (3%). E tra le grandi province italiane, Bologna scivola dal secondo al quarto posto dietro Verona, Milano e Firenze.

In numeri assoluti, nella provincia di Bologna, negli ultimi sei anni le persone ufficialmente occupate, quindi includendo anche quelle in cassa integrazione o con orari molto ridotti, sono scesi da 451.533 a 442.432 (-2%) ma i disoccupati sono più che triplicati, da 10mila a 41mila.

Il mercato del lavoro a Bologna nel 2013 (nota del Comune di Bologna)

 

Ultimo aggiornamento: mercoledì 26 marzo 2014