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Sarà l'Emilia a guidare la ripresa ?

Gli Scenari territoriali realizzati da Unioncamere in collaborazione con Prometeia offrono un quadro di previsioni a breve e medio termine dell'andamento dell'economia.

Il rapporto annuale, diffuso a fine 2013, ha delineato per la prima volta un quadro meno plumbeo e un'interessante peculiarità territoriale. Infatti, il comunicato delle Camere di Commercio si intitola significativamente "Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte saranno le 'lepri' dell'Italia nel 2014" e suggerisce che le tre regioni del Nord, che vantano il maggior numero di imprese votate all'esportazione, saranno le prime a intercettare la ripresa economica internazionale, o per o meno a guadagnare l'uscita dalla recessione.

Il dato più positivo è dunque che il ridimensionamento dell'attività economica in corso da due anni si dovrebbe essere fermato. Nel biennio 2014-2015, si legge nel comunicato, l'Italia ricomincerà a crescere seppure in termini modesti (la stima per il 2014 è di un aumento dello 0,7%, poco sotto la media europea), mentre si prevede una forte accelerazione dell'export che dovrebbe portarsi sul 3,7%, risentendo positivamente della crescita più intensa della domanda internazionale, specialmente di quella extra-UE. Ne deriverà una ripresa degli investimenti, anche se i consumi resteranno praticamente fermi.

La moderata ripresa prospettata per il 2014 non riuscirà ad imprimere uno stimolo consistente al mercato del lavoro; le incertezze dello scenario renderanno le imprese molto caute nelle scelte occupazionali, concentrate in primo luogo sull'assorbimento dei lavoratori in cassa integrazione, mentre solo a partire dalla seconda parte del 2014 si manifesterà un aumento del numero di occupati. Non ci si può attendere in tempi brevi una discesa del tasso di disoccupazione, che dovrebbe attestarsi al 12,4% nel 2014 e, pur se lentamente, iniziare a ridursi nel 2015.

Un aspetto evidente di questa 'ripresina' è la disomogeneità territoriale: mentre per il Sud si attende una sostanziale stagnazione, vi sono regioni nettamente al di sopra della media nazionale, come la Lombardia (+1,2%), l'Emilia Romagna (+1%), il Piemonte (+0,9%), e poi Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Umbria (+0,8%). Di conseguenza, vi saranno territori in cui il lavoro continuerà a calare, come la Liguria e le regioni del Mezzogiorno, e altri in seppur lieve recupero, come Lombardia ed Emilia-Romagna.

L'aggiornamento a livello regionale, uscito ai primi di marzo, conferma questa tendenza. L'Emilia Romagna, dopo aver chiuso il 2013 con una flessione del PIL dell'1,5%, sembra destinata quest'anno a una crescita di circa un punto, e a un conseguente aumento del lavoro effettivo impiegato (+0,4%). Tuttavia, l'incremento dell'attività si tradurrà prima in un aumento delle ore lavorate da parte dei lavoratori già occupati, con un riassorbimento della cassa integrazione. Pertanto, gli indicatori del mercato del lavoro non sembrano destinati a migliorare. Il tasso di disoccupazione, che era pari al 2,9% nel 2007, dopo aver toccato nel 2013 l'8,5%, potrebbe ancora salire. Per una ripresa "vera" bisognerà aspettare, e sperare nel 2015.

Il comunicato di Unioncamere nazionale

Il comunicato di Unioncamere regionale

 

Ultimo aggiornamento: martedì 11 marzo 2014