Volgo: Plebe disunita, dispersa e priva di autonomia, gli Italici sono una massa sparpagliata, divisa in branchi e sottomessa dai signori.

 

Spregio: Negli sguardi timorosi, incerti e confusi degli Italici c’è il contrasto della situazione attuale, cioè la loro riduzione in schiavitù, con il ricordo del loro antico valore.

 

S’aduna s’avanza e ristà: Il volgo disperso che vaga nell’incertezza si agita e si raduna mosso dal desiderio, ma subito si disperde nuovamente, impaurito da questo stesso coraggio. Così gli Italici si ritrovano combattuti tra la paura e il desiderio, non sanno se muoversi o stare fermi.

 

Adocchia: La disfatta dei Longobardi è vista con gli occhi dei latini, che guardano in un primo momento pavidamente (adocchia), e successivamente con una certa approvazione (rimira) la scena che si sta svolgendo, vale a dire la disfatta dei loro oppressori, divenuti ora come loro, una folla disordinata e avvilita (confusa e scorata), che fugge caoticamente davanti alle spade (brandi) del nemico.

 

Covo: I Longobardi sono visti come animali impauriti che cercano un rifugio.

 

Pallida faccia: I Longobardi hanno deposto il loro atteggiamento da dominatore ed infatti le donne guardano sconvolte e con preoccupazione i loro figli turbati.

 

Rapito d’ignoto contento: sorpreso da una sconosciuta gioia.

 

Agile speme: con la speranza che supera le difficoltà.

 

Scampo: fuga.

 

Prandj: banchetti (latinismo).

 

Assursero: si alzarono.

 

Blandi: dolci.

 

Carca: appesantita

 

Pesti cimieri: elmi rovinati da colpi in battaglia

 

Corsieri: cavalli

 

A torme: a schiera

 

Membrando: ricordando

 

Oscuri perigli: pericoli imprevedibili

 

Stanze incresciose: soste prolungate

 

Greppi senz’orma: dirupi senza traccia di passaggio umano

 

Un volgo: un popolo, un ammasso di individui senza nome

 

Armenti: il bestiame, ma qui nel senso più generale di "averi"

 

Cruenti: intrisi di sangue