Consumi: Alimentazione |
Comparsa quotidiana della carne. Lenta modernizzazione
delle abitudini alimentari |
Perdita delle identità culturali
legate all'alimentazione, anche se alcune "linee
di demarcazione" restano nette (es: civiltà
dell'olio/civiltà del burro) |
Consumi: Abbigliamento |
Trionfa la moda del confezionato e del "pret
a porter"Si afferma anche la moda maschile. |
Si affermano modelli consumistico/divistici
omogenei: donne giovani, snelle e sportive (non più
le prosperose dive anni '50)L'obesità, la rotondità
diventano oggetto di dileggio |
Consumi/ cultura |
La comunicazione pubblicitaria si fa scienza:
nascono le agenzie |
Forte condizionamento della pubblicità,
che suggerisce stili di vita che, soprattutto da parte
dei giovani, non possono essere ignorati, pena l'emarginazione.
Domina il modello americano, basato sull'analisi e sulla
"manipolazione della domanda" (oggi "marketing")."In
Italia negli anni '60 il consumo assurge a divinità
suprema perché il fatto che la sua espansione coincida
con l'effettiva unificazione del paese, lo trasforma in
un segnale di riconoscimento che permette agli uomini
del nord e del sud, della città e della campagna,
delle classi popolari e dei ceti elevati di accettarsi
reciprocamente
" (257/258). |
Cultura |
Aumento dell'alfabetizzazione e della scolarizzazione
|
Declino della fede e dei valori tradizionali
in nome di un agnosticismo pragmatico |
Cultura: lingua |
Si parla di più in italiano Affermarsi
di un'unificazione linguistica nazionale: lingua comune.
Sviluppo nella produzione e lettura dei giornali. |
Si parla peggio in italiano. Predominio
di un italiano parlato e omogeneo e standardizzato. Omologazione
linguistica. Nascita dell'"antilingua" (Calvino)
della burocrazia.Affermazione di un italiano sintetico
ed economico. Forestierismi (inglesismi) |
Economia: ceti sociali |
Sviluppo del ceto impiegatizio, della piccola
e media impresa, del commercio |
Patologico ingigantimento di un ceto medio
ubiquitario, invisibile ed onnipresente, una "non
classe". Il piccolo borghese diventa "l'italiano"
per antonomasia (metafora del "topo nel formaggio"
Sylos Labini), che preferisce il progetto di miglioramento
individuale a quello di miglioramento collettivo. |