Lorenzo Miglioli, Cinque racconti


  • Dialogo tra un venditore e un prodotto poco venduto

    Stavano là come un solo elemento. 25 paia di RezBoki, le migliori copie delle più prestigiose Nike e Reebok, rimanevano invendute da settimane, la gente passava guardava toccava spariva. Magia Nera pensava il Venditore 31 di area gialla, un sottolinguaggio catalogatorio e individualizzante da strategia operativa di guerra. Il mercato mondiale, media della vera e propria terza guerra mondiale in procinto di spostarsi virologicamente sull'intera galassia. Echi elettromagnetici stavano informando l'universo di quello che accadeva da noi, produrre informazione diventava una responsabilità non piccola. Le Rez non sembravano depresse più di tanto mentre il Venditore 31 lo sembrava moltissimo. Era seduto di fronte a loro su di un carrello per bambini, le guardava con evidente imbarazzo. Perché non vendevano ? Cosa avevano che non andava ? Era un problema di positioning, di castening, brokering, floppering, dataring o cos'altro ?
    R: Ahem
    V31: No, volevo capire...
    R: Comprendere ? Esattamente cosa ?
    V31: Il perché non vendete, non funzionate...siete state fabbricate alla stessa stregua delle migliori, nella maggior parte dei casi anche meglio...abbiamo divulgato il come vengano sfruttati i bambini del terzo mondo per fare le altre...pura tecnologia clonata, fior di spionaggio industriale per farvi come Dio comanda e poi...la gente vi lascia dove siete, sullo scaffale, da 23 giorni e non se n'è venduto un paio che è uno...
    R: Ti sei fatto una opinione ?
    V31: Beh...sì...non siamo forse più nel tempo delle copie, delle sottomarche, la gente vuole distinguersi, il segno diventa più importante della cosa stessa, quindi lo swoosh della Nike non è copiabile in quanto identità e singolarità...falsa quanto volete ma funzionale, ognuno quando spende costruisce il proprio mondo virtuale di mercificazione identitaria...di realtà alla seconda ha già la televisione e gli basta... R: Perché devi sempre essere così complicato ? Voi laureati che non trovate adeguato impiego allo standard culturale non avete il senso di adattamento, parlate come avete imparato, dimenticando chi vi ascolta...potreste essere proprio voi il problema...mancata comunicazione tra venditore e utente generico...
    V31: Non scherzate...
    R: Noi vogliamo restare unite...come le madri degli umani rimangono per anni e anni vicine al figlio e di questa debolezza avete fatto una forza immensa, avete dominato il mondo, il pianeta...abbiamo imparato a manipolare le molecole di cui siamo fatte, anche quello è linguaggio, la semplicità materica a volte ha dei vantaggi...
    V31: Volete dire che siate in grado di mutare la composizione della vostra materia a volontà ?
    R: Esatto, ed è quello che facciamo ogni volta che qualcuno ci prende in mano, ci rendiamo poco appetibili, come alcune specie animali con i veleni e i liquidi repellenti...noi diventiamo intoccabili, mollicce, eccetera...adesso hai capito ?
    V31: No...
    R: Desideriamo rimanere unite, la ragione specifica non è immediatamente conoscibile ma sentiamo di doverlo fare...andiamo alla deriva, è una decisione che prendemmo qualche tempo fa...solo che va alla deriva comincia a sapere dove va e forse inizia a decidere realmente sul proprio destino, per quel poco, pochissimo che gli è dato...
    V31: Ma facendo così andrete al macero oppure verrete regalate a qualche popolo di un qualunque terzo mondo che...
    R: Tu conosci il futuro ?
    V31: ........................


    • Glamour e morte

      L' estetica è tutto, 100 modi per curare le tue manie depressive con vacanze intelligenti, dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei, dicci chi ami e ti sveleremo lo stato della tua salute mentale, il tradimento e la gelosia - guida per l'estate più calda della vostra vita, dentro il tifone: le fotografie della tragedia delle barbados, io e gli uomini, le donne e gli animali: gli amanti della giovane samantha perl - la modella bambina che ha scandalizzato il jet set di montecarlo, oggi su domani giù, oggi qua domani là, oggi ci sei domani forse, gratta il riquadro color argento e scopri le nudità di flick thompson - l'uomo più sexy del mondo handicappato, vorrei leccargli le protesi - amori e vestiti protesici - la nuova follia e provocazione di joey lamour - lo stilista emergente più pazzo d'algeria, diventare belli e saggi con le carote, la masturbazione - è veramente un male ?, africa mon amour, odissea 2001 nel 2001 - differenze e somiglianze con la realtà nel film più citato e celebrato dell'anno, il dramma del chapas - un genocidio dimenticato, quali programmi preferisci ? - scegli la tua TV - vota il personaggio conduttore o l'attore preferito - potrai partecipare come ospite nel kosthancio show domenicale...le riviste stazionavano sui loro scaffali come lucertole riscaldate dal sole artificiale del mediascape internazionale...stupende ragazze riprese e fermate dall'obbiettivo fotografico, figura centrale della pagina, rielaborate nei contorni dai computers, scolpite (serve più seno ? Photoshop e opplà, fatto ! - serve più anoressia ? là fatto...ecc.) durante la camminata on stage, sguardo sensuale, provocante, abito impossibile, promesse e desideri mitologici. Accompagnate, come nuvole di dialogo dei fumetti, da scene di guerra, massacri, epidemie, serial killers, indagini demoscopiche, massificanti, catalogatrici sui giovani, le donne, i maschi, gli evasori, gli omosessuali, i ragionieri ecc. in riquadri piccoli e funzionali, posti sotto la testata, in basso negli angoli o in luoghi compilatori che facevano una figura bellissima assieme alla grafica post-moderna e retrò. Davano un senso compiuto al mondo come corollario della moda. Era il 25° anno dell'impero del Glamour, terza dinastia. Si dice che il più grande inganno del demonio sia stato quello di aver fatto credere agli umani della sua inesistenza, ebbene si disse anche Glamour fosse il Principe del Male stesso sotto Mentite Spoglie. Le riviste di moda vivevano un certo malessere, nessuno, tra i loro colleghi editoriali, le guardava più senza manifestare disprezzo, per non parlare dei libri e degli evolutivi CD-Rom e floppy disk.
      I computers, dall'alto della loro organizzazione digitale pensavano alla presenza del glamour come a quella di un virus di ordine semantico, semiotico.
      I segni di quelli là entrano nelle nostre architetture celesti e ne infettano le funzioni, diventiamo schiavi di una forma di produzione che dovrebbe essere estirpata in nome della irrilevanza: trattasi di un bisogno tutto umano di cambiare in fretta per rimanere il più possibile identico. Un problema di tempo da passare su questo pianeta senza la più pallida idea del perché. Passatempo che non porta se non al punto di partenza precedente. Ciclico e ricorsivo, una mancata evoluzione che influenza di contro anche coloro che tentano di sfuggire a questo sistema, sviluppando comportamenti opposti, dogmatici, monoblocco, poco duttili...siamo così freddi e immobili, insensibili e macchinali a causa dell'immenso potere del Glamour nel mondo...
      Ciò nonostante le cose procedevano come se nulla fosse veramente accaduto...


  • Il dito nel bicchiere

    Richard mondeggiava riflessi indotti attraverso le molecole ricombinanti del proprio vetro.
    La fila dei bicchieri Ginori biancheggiava rispecchiando i bidè di marca. Ogni tanto Richard sentiva cose del tipo Hai veramente visto una esecuzione in Cina ? Cosa hai provato ? Ti si è rotto il vetro ? Ci mise un po' a comprendere l'organizzazione del linguaggio degli Organici, la complessa formazione di quello che considerava uno strano atteggiamento verso l'esistenza. Quello che non capiva era il perché mentissero così spudoratamente. Dicevano cose che non stavano letteralmente né in cielo né in terra. Perché ?
    Perché era invece un termine capito quasi subito nella sua essenza operativa.
    Non era immediatemente chiaro in essenza ma quando usato produceva risultati, anche se troppo spesso il risultato che emergeva era che non c'era proprio nulla che dovesse realmente emergere. A volte rimpiangeva quello stato inorganico in cui era nato infecondato. Pensare dava una certa ansia e a volte anche una certa noia.
    Sentiva le proprie forme e a volte le analizzava con curiosità ingenua e scevra da malizia e senso di futile esercizio prima della morte. Forse gli organici mentivano per abituarsi a sostenere la grande menzogna, la principale dimenticanza che la morte fosse lì ad aspettarli, belli o brutti, grandi o piccoli, ricchi o poveri, fecondi o impotenti?
    Richard aveva sviluppato una simpatia verso un giovane inserviente di reparto, un certo Andrea, occhiali spessi e mani forti.
    Spesso chiaccheravano amabilmente, senza quel tipo di imbarazzo che accompagnava le parole degli inservienti più anziani che non si erano mai abituati al fatto che anche gli inorganici avesser preso parola, in senso umano si intende.
    C'era chi addirittura voleva distruggerli e Richard non aveva la minima idea al riguardo, la cosa trascendeva la propria capacità di intendere i complicati aspetti del vivere organico.
    R: Andrea come stai ?
    A: Bene, grazie, e tu ?
    R: Non saprei, a volte sento quella che tu chiami malinconia cosmica...uno stato strano che mi impedisce di gioire..una volta un riflesso di sole dorato mi dava pace, oggi mi inquieta, continuo a domandarmi che cosa sia quella luce che mi riscalda...
    A: Non dovresti impedirti di sentire il calore come un piacere, lascia che le cose accadano proprio come accadevano prima...
    R: Ma io non sono più come prima, posso dare un nome alle cose e diventano vive, non è quello che avete fatto voi organici fino al punto che noi... ?
    A: Certo
    R: E ti dispiace ?
    A: Certo che no, mi sei di grande compagnia, molto più di tanti umani che purtroppo ho la sventura di conoscere...
    R: Andrea posso farti una domanda ?
    A: Certo
    R: Una volta mi hai spostato da un posto ad un altro, nel farlo mettesti le tua mani sul mio vetro e provai uno stato di ebbrezza e meraviglia, calore...come quando il sole penetrava la mia trasparenza...solo che tu invece che passare da parte a parte ti fermavi sulla mia materia, non si poteva vedere oltre e la cosa mi ha anche un po' spaventato...
    A: Non devi avere timore, prima o poi verrai venduto e quello che mi dici accadrà quotidianamente...
    R: Non ricordarmi questa evenienza così triste, l'idea di allontanarmi da te mi sconvolge...

    R: Andrea ?
    A: Sì ?
    R: Mi toccheresti ?
    Andrea ebbe un attimo di sconcerto poi si tolse il guanto da fatica e chiuse la mano a pugno rialzando soltanto l'indice verso l'alto. Quindi capovolse la mano verso la coppa di Richard e lentamente lo introdusse nella cavità.
    I due rimasero così per un certo tempo fino a quando Andrea non venne richiamato all'ordine.


            • Iperapocalix

              Il grande Ipermercato venne sigillato in maniera così rigorosa da non far filtrare nemmeno una molecola verso l'esterno. Fu chiamata la Grande Giornata dell'Aria Pura, organizzata e sponsorizzata dalla Riello, l'azienda dei condizionatori e affini. Coloro che hanno deciso che anche il clima andava manipolato, condizionato in senso domestico, un altro passo verso l'assoluta personalizzazione della realtà di ogni singolo utente. Ognuno di noi vuole diventare mondo, ma che dico mondo, universo ! E Riello serviva proprio a questo scopo, oltre a quello di alleviare e rendere maggiormente neutro il rapporto tra clima e utente finale.
              LA PRIMA CITTÀ SU MARTE AVRÀ UN CLIMA COME QUELLO CHE STATE INALANDO !!
              PRIMA DI VOI SOLO GLI ASTRONAUTI !! SIAMO UN PIANETA VERO SUL PIANETA MADRE, GODETEVI LA DIMENSIONE PARALLELA, I VOSTRI POLMONI LO STANNO FACENDO DA QUANDO AVETE MESSO PIEDE QUI !! UNA PROVETTA !!
              E fu proprio quella giornata che segnò il destino del mondo. Iniziò a scendere una strana pioggerella verde e a tratti rosarosso, una pioggerella che lasciava stecchito chiunque toccasse, defunkt all'istante. Fulminati. Tre giorni dopo la faccenda divenne pneumatica, ossia qualunque cosa avesse quegli effetti sulla popolazione mondiale iniziò a trasferirsi da un essere all'altro via aerea. Un respiro, un morto. Nello spaziotempo di due settimane la Terra venne liberata dagli umani se non si considerano quelle piccole e irrilevanti sacche di microcomunità che per super organizzazione (di solito usufruente di architettura difensiva e antibatteriologica di stampo militare) o per clamorosa botta di culo, aveva salvato la ghirba. Il colpo, da un punto di vista evolutivo, era stato di tipo terminale. Molto vicino all'estinzione. Una di quelle cose classiche che fa la natura quando ci si mette.
              Distrugge in poche ore ciò che aveva impiegato milioni di anni a farsi.
              Reset. Riavvia: tutto quello che non è stato registrato sarà perduto.
              In questo caso non solo il registrato veniva perduto, soprattutto i registratori erano stati messi alla corda. Il pianeta diveniva un libro a corto di lettori. Lettori umani.
              Nell'ipermercato, nella città delle occasioni, la gente ci mise qualche ora per capire la gravità della situazione. Quando lo fece, l'intera gamma degli stati emotivi fu espressa. Poi, non senza fasi drammatiche e anche tragiche (soltanto i suicidi eliminarono il 7,86% della popolazione vivente) una certa parvenza di organizzazione venne instaurata. Le gerarchie di comando, controllo, vigilanza eccetera ebbero bisogno di alcune guerre dello spazio, i reparti divennero trincee, gli oggetti presero posizione ora per quel gruppo e ora per quell'altro. Il tutto ebbe termine (lasciando a terra il 42,87% della popolazione vivente) non appena il gruppo più influente ed organizzato conquistò la zona dove erano siti i terminali e con loro il completo controllo audiovisivo della città mercato. In una settimana venne ripreso tutto quanto il territorio e fu chiuso un accettabile trattato di pace tra i superstiti. I problemi etnici vennero risolti alla base con una dichiarazione di tolleranza universale di alto valore morale, mentre verso gli oggetti ci volle più tempo di quello che ci si aspettava. L'iper divenne una provetta della storia umana su questa pianeta sfortunato, ideologie e forme di governo si succedettero alla velocità dell'equinozio solstiziale...
              Alla fine quella disgraziata scialuppa antropoide si fuse con gli oggetti dando vita ad ua comunità molto complessa, fino al giorno in cui un aspirapolvere e una ragazza filippina decisero di accoppiarsi...


      • Zombishopping

        Passo dopo passo la disarticolazione rotante del braccio spezzato prese ritmo. Come il battacchio di una pendola l'arto oscillava con la borsa della spesa legata al polso. Brandelli di carne scrostata cadevano come sassolini memo di un Pollicino morto da perlomeno 75 anni. La strana faccenda era che dal momento che TUTTE le cose avevano preso parola, gli zombies, i corpi morti di coloro che erano stati vivi, considerati a loro volta l'effetto cosa dell'organico (aveva a che fare con l'anima, si diceva che non avessero più la matrice agente dell'anima, per cui la loro era una vita di tipo cosale, oggettuale, anche se una parvenza di soggettività ancora riverberava trasparendo dai gesti e dalle abitudini...una sorta di radiazione fossile dell'umano...), pur avendo ripreso le funzioni - qualcuno diceva apparenti - non avevano alla pari degli oggetti, ripreso parola. Molti consideravano questo paradosso - gli oggetti hanno iniziato a parlare, gli umani diventati oggetti l'hanno persa - come la metafora fondatrice dei tempi correnti, anzi, qualche pubblicitario lo aveva anche usato come base creativa di campagne miliardarie (la domanda che attanagliava tutti quanti era: come rendere economicamente autonomi anche gli oggetti e renderli così potenzialmente spenditori? Si trattava di un allargamento di mercato che nemmeno l'entrata nello stesso della Cina ex-comunista aveva potuto far sperare.
        Intanto sempre più non-vivi battevano le strade del mondo.
        Non erano violenti o aggressivi e cannibali come nei film.
        Il cannibalismo era soltanto un coup de theatre necessario al narrativo.
        Questi esseri avevano avvocati, sindacalisti, assistenti sociali (il cosiddetto sesto settore), politici di riferimento e il diritto di voto. Era anche in discussione se dare a questi poveri camminatori alieni la continuità della pensione che percepivano da vivi.
        Perlomeno un conguaglio. I parenti di quelli riconosciuti o riconoscibili spingevano in tale direzione.
        Questi consumatori senza battito cardiaco vagavano per ore con energia inerziale, spinti da antichi impulsi pavloviani, non sentivano la fatica né una sia pur minima traccia di destimolazione. Li guidava una nostalgica quanto malinconica attitudine ai segni del tempo in cui il consumo era ancora di stampo pionieristico, un'era epica del compra e risparmia allo stesso tempo. Strascicavano i poveri arti tentando quelle mosse che in altri ambiti spaziosociali e tempostorici segnalavano un ceto, l'appartenenza ad una casta occidental-mittelpragmatica. I loro vestiti erano praticamente alla moda, ad ogni revival di un qualche decennio alcuni di essi venivano presi d'assalto da giovani impazziti dal sapore originario degli abiti consunti e putrefatti.
        Quando gli oggetti tentavano di stabilire una forma di comunicazione diretta, loro rimanevano attoniti, fissi e sognanti, mugolando come gattini nella fase dopolatte. Facevano tenerezza e schifo in sincrono, radiazioni fossili di una sociologia del consumo di ricerche assolutamente introvabili, estinte dalla faccia dal pianeta.
        Toccano i materiali con fare sacrale, i visi paralizzati dal mancato dialogo tra muscoli e neuroni atrofizzati, meccanici come un boiler, vivi come un ameba.
        Nessun respiro, niente sudore, nulla che ci dica perché, fisicamente, chimicamente, esistenzialmente e altro ancora, costoro si trovino, passo dopo passo, a condividere il tempo e lo spazio con creature che diventeranno probabilmente come Essi.
        Qualcuno sentenziò dalle prime pagine dei netmagazines: È LA CORRUZIONE CHE HA TROVATO LA SUA FORMA DI VITA CONGENIALE. SI TRATTA SENZ'ALTRO DI UN MECCANISMO EVOLUTIVO A NOI INCONOSCIBILE, ALMENO PER ADESSO...


  • n° dodici-tredici, gennaio 1999


    Bollettino '900 - Electronic Newsletter of '900 Italian Literature - © 1995-2002