Gabriele Gatti
Bibliografia in rete: una guida ragionata   Riferimento bibliografico e notizia sugli autori

Biblioteca, bibliografia, catalogo, classificazione, sono termini tradizionalmente poco presenti nel lessico comune degli italiani e concetti forse poco meditati anche da chi, studenti e studiosi, dedica una parte importante della propria vita alla ricerca e alla consultazione di libri, riviste e documenti in genere.

La rivoluzione telematica e la crescente popolarità di Internet sembrano suscitare una inedita popolarità di questi termini e del bagaglio culturale e tecnico a cui fanno riferimento. In effetti, anche la letteratura divulgativa di base attinge a piene mani a metafore di ambiente bibliotecario per tentare di suggerire al neofita un'idea concreta del mare magnum dei documenti e delle informazioni che Internet ci mette a disposizione.

Ma al di là delle metafore, biblioteche, bibliografie, libri, riviste e soprattutto gli OPAC, i cataloghi bibliotecari elettronici, rappresentano di fatto una parte cospicua del guazzabuglio comunicativo della rete e chi per le più svariate ragioni professionali o di studio si trovi a dover compilare bibliografie ormai sa, seppure a volte confusamente, di poter trovare nel mezzo telematico uno strumento formidabile per individuare, se non addirittura per leggere direttamente, una quantità di documenti pertinenti al proprio oggetto di ricerca. Nella rete globale si nasconde un erudito enciclopedico, come certi grandi personaggi del passato, disposto a mettere la sua prodigiosa memoria repertoriale al servizio dello studioso come dello studente. Ma come tutti gli eruditi, questo bibliografo impersonale o collettivo è bizzarro, bizzoso e tutto sommato anche piuttosto disordinato.

Si sentiva quindi il bisogno di una guida complessiva, in italiano, a tutto ciò che in Internet è bibliografia, una boa di segnalazione da agganciare alla tastiera per sapere sempre da dove cominciare la navigazione. La casa editrice Apogeo, che già ha prodotto diversi utili manuali complessivi all'uso della rete globale, arricchisce quindi il suo catalogo con uno specifico strumento di consultazione pensato per ricercatori, docenti e laureandi, ma anche per i tanti che, nei più diversi contesti professionali della "società dell'informazione", si trovano più o meno spesso a dover nuotare nel mare della documentazione.

Il maggior merito del libro di Metitieri e Ridi consiste forse nella sua distanza da quella sorta di moderno eruditismo deteriore e meramente enumerativo che è alla base di tanti puntigliosi incolonnamenti di "indirizzi utili", un terzo dei quali è già scomparso o cambiato mentre le pagine sono sotto torchi, mentre il resto, mescolando indistintamente il grande e il piccolo, l'autorevole e l'improvvisato, riesce solo a comunicare al lettore l'impressione di un paradiso informativo troppo meravigliosamente affollato per essere desiderabile. Metitieri e Ridi riescono invece a tener fede all'intento dichiarato nel'introduzione: «abbiamo evitato ogni tentazione di compilare delle irrealizzabili pagine gialle, preferendo seguire quasi sempre il modello del repertorio di repertori, fornendo non tanto interminabili elenchi di indirizzi, ma indicazioni generali, punti di partenza dai quali iniziare a navigare e suggerimenti per continuare le ricerche»

Il manuale è scandito in tre parti che progressivamente si addentrano fin nei territori più impervi del mondo della documentazione e propongono diverse tappe di avvicinamento ai libri, o meglio, per usare il termine di gergo biblioteconomico che il manuale stesso finisce per rendere familiare, i documenti: non solo libri dunque ma anche articoli, tesi di laurea, enciclopedie e repertori, letteratura "grigia", registrazioni audio e video, eccetera. E non solo documenti elettronici, ma anzi in primo luogo proprio i documenti a stampa con cui ci siamo abituati a lavorare in mezzo millennio e che la telematica ci rende semmai più maneggiabili, reperibili, in un certo senso più vicini.

Seguendo le tre tappe di avvicinamento il lettore passa quindi dall'apprendimento di Concetti e strumenti della ricerca bibliografica e di Internet, alla visita guidata delle migliaia di Biblioteche e OPAC in Italia e nel mondo dei cui servizi e patrimoni si può approfittare in maniera più o meno approfondita attraverso la rete globale, per giungere infine oltre i cataloghi, a toccare quel poco di autentica "biblioteca digitale" (i testi) che è disponibile in rete e ad ampliare il proprio orizzonte alle tante risorse bibliografiche (le banche dati) di diverso tipo, spesso costose, che possono completare l'ideale "sala di consultazione" del ricercatore online.

Prima ancora di introdurre il lettore al mondo dei cataloghi e delle bibliografie elettroniche, il manuale propone una rapida ma intensa ed efficace carrellata sulle tecniche e i protagonisti del lavoro bibliografico, a partire dalla distinzione, forse banale ma spesso ignorata, fra la bibliografia, che "si occupa di documenti astratti" e il catalogo, che elenca una "collezione di documenti fisici". Viene poi tracciata una tipologia dei documenti e particolarmente delle bibliografie, in un'ottica complessiva che integra i diversi supporti, cartacei ed elettronici, concentrando l'attenzione sulle caratteristiche documentarie piuttosto che sull'aspetto estrinseco della tecnologia usata (stampa, CD-ROM, Internet).

In pochi efficaci paragrafi, il lettore ha l'occasione di vedere svelati alcuni dei fondamentali misteri che sono dietro alle quinte dei cataloghi, che siano essi elettronici o cartacei: le norme tecniche per la descrizione bibliografica, i diversi tipi di catalogo e i diversi standard che regolano la soggettazione e la classificazione dei libri di una biblioteca e infine una guida tipologica all'articolato arcipelago delle biblioteche italiane, così confuso nelle varie denominazioni che sottilmente distinguono le "pubbliche" dalle "statali", le biblioteche "universitarie" da quelle "delle università", eccetera.

Anche gli aspetti strettamente tecnologici che il bibliografo internauta deve assimilare prima di entrare nel vivo della ricerca sono spiegati con una forte impostazione concettuale e senza cedimenti allo stile dei manuali tecnici che spesso, per eccesso didascalico e per voler servire a tutti gli usi, si perdono in dettagli minuti facendo perdere al lettore la comprensione dell'insieme. In particolare, il lettore è invitato ad un atteggiamento critico che gli permetta di porre l'attenzione sugli inconvenienti e le ambiguità della ricerca elettronica, più che sulla presunta magia tecnologica che la sostiene.

Il passaggio dai cataloghi agli OPAC (Online Public Access Catalog) è tracciato in un capitolo che fonde gradevolmente l'aspetto storico culturale, anche rievocando i modelli teorici dei precursori (Bush e il suo As we may think degli anni '40, Nelson e il suo Xanadu degli anni '60) con quello tecnologico. Mentre si prepara il lettore all'incontro con i vari tipi di OPAC disponibili in rete, lo si mette in guardia contro il facile mito della "biblioteca virtuale" e lo si induce a riflettere sulla tematica iperbolica eppure concreta della catalogazione complessiva di Internet.

La parte più propriamente repertoriale del libro, dedicata a Biblioteche e OPAC in Italia e nel mondo è ovviamente quella più esposta alla tentazione delle "pagine gialle" o della semplice mappa geografica delle biblioteche in rete. Si tratta invece di una sorta di "OPACografia ragionata" che mescola agilmente la partizione geografica (OPAC italiani, europei, statunitensi, repertori internazionali di OPAC) con un utile inquadramento tipologico: non si tratta infatti solo di individuare i vari cataloghi specializzati in determinati settori disciplinari (ai quali è comunque dedicato un capitolo), ma anche di tenere presente l'estrema eterogeneità dei cataloghi bibliotecari elettronici, riconoscere le differenti funzionalità di ricerca che gli svariati programmi di gestione bibliotecaria offrono all'utente, osservare, anche criticamente, le dimensioni reali e la reale qualità dei patrimoni documentari rappresentati in un OPAC, che non sempre corrispondono al prestigio o alle dimensioni dell'ente che lo produce. Si tratta poi di valutare il livello di presenza delle tante biblioteche in rete, da quelle che offrono solo informazioni sui propri servizi, negando però l'accesso al "piatto forte" del catalogo, a quelle che all'estremo opposto esistono in rete solo come segmento di un catalogo collettivo a cui partecipano, senza che si possa facilmente valutarne le caratteristiche e il volume del patrimonio librario catalogato.

Pur privilegiando le indicazioni relative ai "punti di partenza" per le ricerche, la guida non è certo parca nel fornire indirizzi e semplici suggerimenti tecnici per la consultazione di singoli cataloghi in rete. Si può anzi scendere nel dettaglio dei linguaggi di interrogazione, dei comandi e dei tasti da usare nella consultazione di alcuni OPAC particolarmente importanti per dimensioni, specificità disciplinare o caratteristiche dell'interfaccia. Il lettore accorto si renderà poi conto di come l'analisi dettagliata dell'uso di strumenti di questo tipo sia utile anche come esemplificazione pratica di caratteristiche e "trucchi" da applicare poi, per analogia, anche ad OPAC meno importanti o evoluti.

La terza parte affronta in primo luogo le questioni spinose che stanno oltre la bibliografia: «Grazie alle bibliografie si possono scoprire quali documenti rilevanti sono stati pubblicati, mentre grazie ai cataloghi si possono individuare le biblioteche che ne possiedono un esemplare; individuato il documento, resta il problema di accedere direttamente al testo completo (full text)». La trattazione di questo problema è condotta sempre tenendo ferma un'idea di integrazione profonda fra i servizi bibliotecari (i servizi di prestito interbibliotecario e di fornitura, cartacea o elettronica, di documenti), i servizi commerciali di documentazione, l'editoria elettronica e non, le librerie in rete e infine tutto il vasto campo di teorizzazioni e sperimentazioni sulla digitalizzazione dei testi.

Le " biblioteche digitali", raccolte di testi completi in formato elettronico reperibili in rete, sarebbero forse di banale realizzazione se si volesse semplicemente trasferire su un schermo scomodo e abbagliante ciò che possiamo sempre comodamente leggere sulla carta stampata. In realtà dai testi elettronici, come ben sanno gli studiosi di letteratura, possiamo aspettarci molto di più: concordanze automatiche, analisi semantiche e tematiche, eccetera, ma anche più in generale una rappresentazione concreta di vasti campi di intertestualità. L'ipertesto distribuito si addice particolarmente alla reticolarità dell'insieme dei testi letterari. Di qui il grande interesse delle riflessioni e delle sperimentazioni su diversi formati di marcatura dei testi, come SGML (Standard Generalized Markup Language), TEI (Text Encoding Initiative) o XML (Extensible Markup Language), che possono andare ben al di là delle semplici indicazioni di "visualizzazione" previste dall'HTML e prestarsi invece a corredare i testi di una quantità di indicazioni ulteriori, utili a segnalare aspetti linguistici e stilistici o addirittura a predisporre una sorta di "autocatalogazione" semantica anche di segmenti testuali e a consentirne la reperibilità e la "navigabilità".

Il manuale fornisce un inquadramento generale e schematico anche su queste problematiche, proponendo come di consueto una serie di utili punti di partenza per l'approfondimento, né dimentica di elencare più dettagliatamente gli indirizzi dei maggiori punti di riferimento per reperire testi digitalizzati di libri e documenti di vario genere. Repertori generali vengono segnalati anche per quanto riguarda il vasto campo dei periodici elettronici, che poi costituiscono probabilmente ancora la parte più cospicua della "biblioteca digitale" globale, sia che riproducano pubblicazioni cartacee, sia che esistano esclusivamente nel ciberspazio.

Ma l'applicazione della telematica alle ricerche bibliografiche è nata molto prima che Internet diventasse il fenomeno di massa che è attualmente. E del resto non di soli libri ("monografie" diciamo noi bibliotecari) vive la bibliografia, ma anche di articoli di periodici, working papers, tesi, testi normativi, protocolli clinici e insomma tutti quei documenti che possono e debbono far parte dell'armamentario di chi conduca ricerche scientifiche o anche debba redigere una tesi di laurea. Il bibliografo accorto non può quindi ignorare tutto il vasto campo di opere di consultazione elettroniche che si collocano al di fuori del nostro ciberspazio quotidiano, o in certi suoi settori particolari.

Si tratta di repertori offline, come le banche dati su CD-ROM (che a buon diritto questo manuale può esimersi dal trattare) o di risorse informative che, anche quando siano raggiungibili tramite la rete Internet, vengono messe di solito a disposizione dei soli utenti abbonati. Queste ultime, le "tradizionali" banche dati online, sono caratterizzate generalmente da una strutturazione più solida e da un livello qualitativo più affidabile della media delle risorse Internet liberamente consultabili e anche rispetto agli OPAC si caratterizzano per una più vasta copertura documentaria (dai libri agli articoli alla letteratura grigia) e una più analitica indicizzazione (dai sommari di libri e riviste agli abstract, ai testi completi).

E' questa forse la parte più debole del libro, che qui cede in parte alla tentazione enumerativa a cui riesce a sfuggire negli altri capitoli. Il tentativo di passare in rassegna un campo così vasto come quello del mercato delle banche dati, tanto più in un'ottica interdisciplinare, non può non provocare tipici inconvenienti di sovraesposizione di alcuni prodotti di non enorme interesse e specularmente di omissione di importanti risorse bibliografiche. Del resto, si tratta in questo caso di risorse informative che, anche per motivi economici, non sempre sono alla portata del singolo utente, ma piuttosto di biblioteche e centri di documentazione che a loro volta le mettono a disposizione dei ricercatori.

E' comunque importante che la consapevolezza della vastità del campo bibliografico elettronico e dei suoi diversi livelli qualitativi dissuada il ricercatore da un acritico entusiasmo, e complessivamente Metitieri e Ridi che non lesinano, se del caso, giudizi di valore sulle risorse censite, riescono in questo obiettivo.

Come si vede, si tratta bensì di un vademecum di rapida consultazione, da tenere a portata di mano vicino al PC, ma anche di un libro da leggere, caratterizzato da uno spessore culturale tutto sommato insolito in pubblicazioni di questo genere e capace insieme di suggerire una "memoria storica" di Internet e di disegnarne le problematiche linee di sviluppo, stimolando nel lettore un atteggiamento non meramente utilitaristico rispetto allo strumento tecnico, ma riflessivo e critico.

Il libro riesce a tenere insieme molto efficacemente i due campi di conoscenze di cui si alimenta, la biblioteconomia e l'informatica, senza troppo indulgere ai tecnicismi dell'una o dell'altra. Anche e soprattutto per questo, oltre che per la semplicità di linguaggio e la gradevolezza stilistica, si propone a mio avviso come lettura fondamentale per gli studenti italiani, che poca o nessuna occasione hanno di formarsi un'idea meno che vaga delle motivazioni, delle metodologie e delle problematiche connesse alla ricerca bibliografica e all'uso delle biblioteche reali e virtuali.

Attraverso l'allettamento dell'argomento del giorno, Internet, questo libro può contribuire forse più efficacemente delle varie e pur valide guide alla redazione di tesi di laurea, ad arricchire la scarsa cultura bibliografica dei laureandi: anche solo la consapevolezza dei concetti esposti nella prima parte di questo manuale potrebbe attenuare la loro sensazione di smarrimento e rendere più produttivo il lavoro didattico e bibliotecario delle università e delle scuole. L'auspicio sembra trovare conferma nel notevole successo di vendite, almeno dentro la rete: uscito a giugno, dal 13 settembre al 10 ottobre è risultato al primo posto nella classifica dei 100 libri più venduti dalla libreria telematica Internet Bookshop.

Qualche critica negativa può essere rivolta al confezionamento complessivo, che sembra per certi aspetti frettoloso. In particolare l'uso intermittente, da opera di consultazione, del manuale sarebbe reso più agevole da una più fitta rete di rinvii interni fra gli argomenti, i capitoli (stranamente non numerati) e gli indirizzi segnalati, o magari da un indice analitico; mentre la bibliografia finale, ricca e ben selezionata, avrebbe meritato una organizzazione più articolata del mero ordine alfabetico.


n. sedici-diciassette, dicembre 1998


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