Crisi dell'Italianistica? (IV)


From: Andrea Fedi (afedi@ccmail.sunysb.edu)
Date: Mon, 16 Dec 1996 12:59:08 -0500
Subject: Re: Crisi dell'Italianistica?
(Dalla lista di discussione Italian Studies)


In margine alle considerazioni di Gnisci e di Merz, vorrei aggiungere una
precisazione, che puo' essere necessaria per chi non e' addentro al sistema
americano.

Nei dipartimenti di Lettere delle universita' italiane il docente in
generale si rivolge a un pubblico che e' composto di laureandi in
letteratura o in materie affini. Nel sistema americano, invece,
l'universita' ha il compito di sopperire a certe carenze nella formazione
di base delle high school locali, e quindi accanto ad un numero limitato di
laureandi in Italiano, in quei corsi che io insegno in inglese si iscrivono
studenti provenienti da ogni disciplina (anche Fisica o Economia, per fare
solo due esempi), i quali sono obbligati, per laurearsi, a completare un
certo numero di corsi di indirizzo umanistico o piu' genericamente
culturale.

A questa osservazione si deve aggiungere che e' essenziale, per i
dipartimenti di ogni universita' nordamericana (pubblica o privata), avere
un alto numero di iscritti nei vari corsi per assicurare la propria
sopravvivenza, aggiudicandosi, in ogni bilancio annuale, i fondi necessari
per operare e, all'occorrenza, per assumere nuovo personale.

A partire da queste premesse di ordine amministrativo ed istituzionale, e'
naturale che il docente si impegni a venire incontro alle molteplici
esigenze di una clientela che nella maggior parte dei casi non e' preparata
a affrontare lo studio dello specifico della letteratura, e, soprattutto,
che ha ben poco interesse a farlo. E' questo uno dei fattori che hanno
determinato negli ultimi anni il proliferare dei programmi di Italian
Studies e Cultural Studies, a danno dei tradizionali Italian Literature e
Italian Language.

Una delle conseguenze piu' positive di questa situazione e' che spinge il
docente di Italiano a portare alla luce, nei suoi corsi, la rilevanza delle
questioni letterarie per la cultura e le civilta' contemporanee, e lo
invita ad affrontare lo studio della letteratura (in congiunzione con altri
aspetti della cultura italiana) come parte fondante di una tradizione che
si estende al di la' dei limiti imposti dalle periodizzazioni tradizionali
e dai confini interdisciplinari.

Tuttavia un pericolo insito in questo sistema e' che la logica di mercato
che influenza le istituzioni nordamericane induce talvolta a privilegiare
un approccio generico e divulgativo nello studio delle discipline
umanistiche.

Semplificando la questione (che richiederebbe certo un'analisi meno
affrettata), si puo' dire che in tempi di vacche grasse questo sistema
funziona al meglio, perche' dispone ogni docente a rispettare gli interessi
piu' genuini e le reali esigenze degli studenti, ma in tempi di austerity e
di tagli di bilancio rischia di produrre una competizione per il piu' alto
numero di studenti che qualche volta si trasforma in una corsa al ribasso,
in un incentivo a seguire le mode passeggere piuttosto che a educare ai
valori profondi della cultura.

Andrea Fedi
Department of French and Italian
4002 Melville Library
State University of New York at Stony Brook
Stony Brook NY 11794-3359 USA


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