2 febbraio 1982, arresto di Vanni Mulinaris

 

Udine, 2 Febbraio 1982. In Via Roma i passanti segnalano un rapimento. Uomini mascherati, scesi velocemente da un'auto sequestrano un uomo che stava uscendo da un tabacchino. Qualche ora e si saprà che è stato arrestato dalle forze dell'ordine, che è un friulano trentaseienne, Vanni Mulinaris, amico di Renato Curcio e come lui laureato a Trento. Vanni, figlio di un noto industriale pastaio, è tra i fondatori, con Duccio Berio e Corrado Simioni, della scuola di lingue "Hyperion" di Parigi, considerata dagli inquirenti la sede di regia delle Brigate Rosse, oltre che dell' OLP, dell'IRA e di altre formazioni “guerrigliere”. La notizia desta scalpore, anche se le cronache da qualche mese avevano cominciato (il rapimento del generale statunitense James Lee Dozier, l’assassinio del dirigente Montedison Giuseppe Taliercio) a parlare di una colonna friulana delle BR. Un gruppo di intellettuali europei, guidati dall'Abbè Pierre, fondatore di Emmaus, chiede la scarcerazione di Mulinaris, sostenendo la sua totale estraneità al teorema delineato. Messo ai domiciliari dopo diversi mesi in varie carceri italiane e dopo prolungati scioperi della fame, Mulinaris fuggirà nel 1985, venendo poi interamente prosciolto dalle accuse mosse a lui ed a Hyperion (secondo alcuni, nella migliore tradizione della caccia alle streghe, addirittura anello di congiunzione tra CIA, KGB e Mossad). Se un torto viene riparato, rimane tuttavia, tragico, il segno cupo di una stagione che conterà centinaia di morti, che paleserà visioni politiche deliranti, interessi infetti, regie occulte, strategiche pianificazioni di scelte ed azioni complesse, che avrebbero cambiato il corso della storia del nostro Paese, e per buona parte ancora misteriose. Qui riprodotti alcuni dei volantini che sul "caso Mulinaris" circolarono a Udine in quegli anni lontani.

(Ferdinando Ceschia)