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Il proverbio del mese


Chi l’à d ôr, chi l’à d arżänt, chi l’à ch’la n vèl un azidänt

Chi l'ha d'oro, chi l'ha d'argento, chi l'ha che non vale un accidente. Cioè: alcune donne traggono profitto dalla loro femminilità, ad altre ciò non riesce.

 

Dóvv se dstànnd l èṡen, ai avanza al pail.

Dove si distende l’asino, resta del pelo (ogni cosa lascia una traccia. Equivalente di: Chi va al mulino s’infarina.

 

Pr avair l ôv, biṡåggna mantgnîr la galéṅna ch’la chèga.

Per avere l’uovo, bisogna mantenere la gallina che sporca. Equivalente di: Ogni rosa ha le sue spine.

 

Ôv d un’åura, pan d un dé, vén d un ân, dòna ed quénng’, amîg ed tränta

Uovo di un’ora, pane di  un giorno, vino di un anno, donna di quindici, amico di  trenta.
(l’età giusta per queste cose, secondo la tradizione popolare bolognese).

 

An s cavarà mâi la rèna dal pantàn

Non si toglierà mai la rana dal pantano. Equivalente di: il lupo perde il pelo ma non il vizio.

 

 

 

 

 


A cura di Aldo Jani Noè, Luigi Lepri, Roberto Serra, Daniele Vitali. In collaborazione con la Redazione Iperbole - Settore Comunicazione - Comune di Bologna
Ultimo aggiornamento: 23 05 2011