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Letteratura


La letteratura bolognese si distingue in particolar modo per la poesia e il teatro. Per quanto riguarda la poesia, iniziata con Giulio Cesare Croce (1550-1609), quella moderna conta autori come Brunello Sgarzi, Giorgio Campi, Gastone Vandelli, Sandro Sermenghi, Luigi Lepri, Mario Mandreoli, Fernando Panigoni, Luciano Atti, Giovanni Natali, Arrigo Lucchini, Protogene Veronesi e Adriana Pallotti.

La prosa è rappresentata in particolare da quattro libri pubblicati negli anni Sessanta-Settanta da Gaetano Marchetti e, oggi, dai racconti di vari autori sul periodico Al Pånt dla Biånnda, ad esempio quelli di Fausto Carpani, Luigi Lepri, Silvano Rocca,Loris Gualandi.

Importanti anche le traduzioni: il conte Carlo Pepoli, nel 1862, tradusse Il Vangelo secondo Matteo, Carolina Coronedi Berti tradusse in bolognese il napoletano Cunto de li Cunti, Giulio Veronesi ha tradotto in rima la Divina Commedia e, ancora inedita, La Gerusalemme Liberata, Luigi Lepri ha tradotto varie poesie di Trilussa e il testo narrato del Pierino e il lupo che Sergej Prokofiev musicò a suo tempo. Franco Bergonzoni ci ha dato una versione di Bertold Brecht e Giuseppe Gioacchino Belli e Roberto Serra , nel 2003,ha tradotto in bolognese «Il Piccolo Principe» di Saint-Exupéry (Al Pränzip Fangén).

 

Il teatro, anch’esso iniziato con Giulio Cesare Croce e continuato con Adriano Banchieri e vari altri autori, fra cui Lotto Lotti, ha come massimo esponente Alfredo Testoni (1856-1931), tuttora l’autore più rappresentato dalle tante compagnie teatrali bolognesi, fra le quali citiamo «Arrigo Lucchini», «Bruno Lanzarini», «I Cumediànt Bulgnîṡ», «I Felsinei» e «Bulògna in Dialètt». Un’attrice del teatro dialettale conosciuta anche fuori Bologna, in particolare per via delle sue apparizioni televisive e pubblicitarie, è Carla Astolfi.

Va poi citata un’esperienza teatrale molto particolare come quella di Vittorio Franceschi in Fagiolino e Baviati caduti dalle nuvole, che debuttò nel 1995.

Negli ultimi anni, il repertorio è stato molto svecchiato anche dalla Compagnia «Il Ponte della Bionda» di Fausto Carpani e Giorgio Giusti che, dopo «La Giòstra» allestita nel 2003 per il teatro Alemanni e basata su un lavoro in italiano di Massimo Dursi, ha dato alla luce due lavori originali, Festa di Matrimonio e Via della Grazia 53. La caratteristica di queste due commedie è quella di mettere in scena il mondo popolare, in contrasto con le commedie «borghesi» di Testoni.

Una storia del teatro bolognese è quella di Arrigo Lucchini, ripubblicata in forma aggiornata nel 2006 da Davide Amadei.

 

Un settore a sé del teatro bolognese è rappresentato dai burattini: dopo i burattinai Filippo e Angelo Cuccoli, attivi fra l’Ottocento e l’inizio del Novecento, e passando per Augusto Galli creatore di Sganapino, e tante altre gloriose figure e compagnie dell'epoca d'oro, troviamo in tempi più recenti Demetrio Presini e Febo Vignoli e, tuttora in attività, Romano Danielli, oltre alle nuove leve Riccardo Pazzaglia e Pierluigi Foschi. Per quanto riguarda i burattini, quelli bolognesi per eccellenza sono il Dottor Balanzone, Fagiolino e Sganapino.

 

Due generi importanti della letteratura bolognese sono la balanzonata e la zirudella. La prima, in prosa, è una tirata logorroica del Dottor Balanzone, maschera e caricatura dell’accademico bolognese, che parla difficile per non far capire al popolo la vuotezza dei suoi discorsi. Alcune classiche balanzonate sono state scritte nel Settecento da Properzio Talpi e sono tuttora recitate, ad es. da Romano Danielli e Luigi Lepri. La seconda è un componimento a ottonari in rima baciata che comincia e finisce con la parola zirudèla. Per la facilità metrica, la zirudella è molto amata da chi scrive rime in dialetto, e ve ne sono di effimere e d’occasione ma anche alcune molto interessanti ed espressive. La più famosa è la popolarissima e oscena Al fatâz di Żardén Margarétta, altrimenti conosciuta come La Flèvia, composta negli anni Venti da Cesare Pezzoli traendo spunto da un fatto di cronaca e, non troppi anni or sono apparve in libreria, quasi subito esaurita, un altro impenitente testo di autore, ovviamente, anonimo: Al Ricàt



A cura di Aldo Jani Noè, Luigi Lepri, Roberto Serra, Daniele Vitali. In collaborazione con la Redazione Iperbole - Settore Comunicazione - Comune di Bologna
Ultimo aggiornamento: 23 05 2011